Il calcolo basato sull’intelligenza artificiale privata di Google: bilanciare la potenza del cloud con la privacy dei dati

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Google sta intensificando il suo gioco sulla privacy con il lancio di Private AI Compute, un nuovo sistema progettato per eseguire i suoi modelli avanzati di intelligenza artificiale Gemini mantenendo al sicuro i dati degli utenti. Questa mossa avviene in un momento in cui la crescente preoccupazione dei consumatori riguardo alla privacy dei dati alimenta la domanda di strumenti che consentano agli utenti di sfruttare potenti capacità di intelligenza artificiale senza compromettere le proprie informazioni.

Similmente al Private Cloud Compute di Apple (introdotto nel 2024), Private AI Compute mira a colmare il divario tra l’elaborazione sul dispositivo e la potenza computazionale del cloud. L’elaborazione sul dispositivo offre una forte privacy poiché i dati non lasciano mai il dispositivo dell’utente, ma può essere limitata dalla potenza di elaborazione del dispositivo.

Private AI Compute affronta questa sfida consentendo ai modelli di attingere all’infrastruttura cloud di Google senza mai esporre i dati grezzi degli utenti. Google sottolinea che questo sistema opera all’interno di un ambiente sigillato e verificato dall’hardware, crittografando tutti gli scambi di dati tra i dispositivi e il suo cloud. Immaginatelo come una stanza sicura e chiusa nel cloud in cui le informazioni sensibili rimangono sotto stretto controllo.

Perché è importante?

L’aumento delle applicazioni di intelligenza artificiale solleva domande cruciali su come vengono utilizzate le nostre informazioni personali. Le persone sono sempre più riluttanti ad affidare le proprie conversazioni private, e-mail o dati aziendali riservati ai processi di formazione dell’IA. Private AI Compute affronta direttamente queste preoccupazioni offrendo un modo per sfruttare potenti modelli basati su cloud garantendo al tempo stesso la protezione dei dati.

Google sottolinea che questo approccio offre il meglio di entrambi i mondi:

  • Potenti funzionalità cloud: gli utenti possono beneficiare della velocità e della sofisticatezza dei modelli di intelligenza artificiale avanzati di Google senza dover investire in hardware costoso e specializzato sui propri dispositivi.
  • Protezioni della privacy sul dispositivo: i dati non lasciano mai il dispositivo dell’utente né entrano in uno stato in cui è possibile accedervi o essere utilizzati da Google per scopi diversi dall’attività specifica in corso (come la generazione di riepiloghi nell’app Registratore).

Come funziona?

Private AI Compute si basa sul Secure AI Framework esistente di Google e sfrutta le TPU (Tensor Processing Unit) progettate su misura, insieme alle nuove Titanium Intelligence Enclave. Queste enclavi agiscono come “isole” computazionali altamente sicure all’interno dell’infrastruttura cloud di Google, applicando la crittografia end-to-end e rigorosi standard di sicurezza per salvaguardare i dati degli utenti durante tutto il ciclo di vita dell’elaborazione.

Primi passi: miglioramenti a Magic Cue e Recorder

Il Private AI Compute inizialmente alimenterà funzionalità selezionate nei prodotti Google. I primi sono Magic Cue, un nuovo assistente basato sull’intelligenza artificiale in arrivo su Pixel 10 e funzionalità aggiornate all’interno dell’app Registratore. Questi miglioramenti utilizzeranno modelli cloud per attività come la generazione di riepiloghi più approfonditi e l’offerta di suggerimenti utili, garantendo al tempo stesso che le conversazioni rimangano private.

Google vede il Private AI Compute come un passo cruciale verso la sua visione di esperienze AI “utili, personali e proattive” che rispettano la privacy degli utenti. Man mano che l’intelligenza artificiale diventa sempre più integrata nelle nostre vite, trovare questo equilibrio tra potenti capacità e sicurezza dei dati sarà fondamentale.

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